La casa editrice La Canzonetta è fondata nel 1901 dal poeta Francesco Feola (Napoli, 24 dicembre 1871 – 4 luglio 1945), impiegato nelle Ferrovie dello Stato che, fin da piccolo, ha avuto la passione per la musica ed il bel canto napoletano e, nonostante l’impiego alle Ferrovie che gli assicura una certa serenità economica, tenta subito la strada dell'autore.
Dopo alcune esperienze in altre editorie nel 1901, decide di stampare in proprio, pubblicando, in qualità di editore, il numero unico "Le maschere a Piedigrotta". Il fascicolo, presentato da Eduardo D'Acierno e compilato da Eduardo Palmieri, riceve un'ottima accoglienza sul mercato. Nel 1904, grazie alle incoraggianti vendite dei fascicoli pubblicati, Feola decide di scritturare nel suo giovane organico il valente musicista Giuseppe Capolongo. Quest'ultimo diventa anche stretto collaboratore del fondatore e, insieme, inaugurano la nuova editoria Capolongo-Feola, con sede in Via Cesare Rossaroll numero 15 a Napoli.
Nel 1905 e nel 1906 arrivano sul mercato altri due fascicoli annuali di grande successo: "Piedigrotta delle Signorine" e "Piedigrotta Segrè". In questi fascicoli sono lanciate al successo numerose canzoni: “A cerenara”, “A Margellina”, “O silenzio a buordo”, “L’arca di Noè”, “Chiarina mia” e molte di queste sono portate su supporto a 78 giri dal gruppo I Figli di Ciro, dal tenore Eugenio Torre, dal macchiettista Peppino Villani, dal melodista Gennaro Pasquariello e altri.
Nel 1905, la grande svolta dell’editoria. Francesco Feola realizza la rivista artistica, letteraria e musicale “La Canzonetta”, dalla quale l’Audizione di Piedigrotta prende, qualche anno dopo, il nome. Il periodico, il cui numero uno è pubblicato il 10 aprile 1905, trova gran successo fra gli abbonati e man mano diventa una rivista di lusso, ben curata nella grafica e molto dettagliata, sia per quanto riguarda il movimento artistico dei cantanti che dei poeti e degli impresari teatrali. Il periodico, inoltre, diventa un punto di riferimento importante per le prime case discografiche che vogliono pubblicizzare i grammofoni ed i dischi a 78 giri.
Tra poesie, novelle, raccontini e nuove canzoni, sul periodico è pubblicato un dettagliato movimento artistico dei più importanti Teatri d’Italia e dell’Estero; numerose recensioni delle serate concertistiche e, spesso, intere pagine di biografia (più la copertina) a cantanti di successo del periodo, quali Anna Fougez, Elvira Donnarumma, Roberto Ciaramella, Gennaro Pasquariello, Ersilia Sampieri, Nina De Charny, Fulvia Musette, Renata Carpi, Rodolfo Giglio, Gina De Chamery, Maria Campi, Raffaele Viviani, ecc.
La rivista è stampata fino alla metà degli anni trenta, cedendo poi il passo alla pubblicazione del Fascicolo Piedigrottesco e delle varie Strenne (natalizie, di primavera, ecc.). Due anni dopo la pubblicazione della rivista, Francesco Feola, su suggerimento del poeta Gennaro Rainone (che, nel frattempo, ha assunto la direzione artistica dell’editoria) decide di realizzare l’audizione di Piedigrotta La Canzonetta. La rassegna canora è fondamentale e di vitale importanza per la giovane editoria. Gestire un'audizione significa mettersi definitivamente a passo con le altre editorie musicali che dominano il mercato fino a quel momento. Così, domenica 1º settembre 1907, al Caffè Suisse di Bellavista (importante ed elegante ritrovo estivo dei villeggianti del posto) con la sola Elvira Donnarumma (diva napoletana) ha luce la prima edizione della Piedigrotta “Ditta Capolongo-Feola”.
Con una cerimonia di primo ordine, le canzoni inserite nella rassegna canora sono sedici (di cui nove musicate da Rodolfo Falvo). Sono coinvolti in questa prima manifestazione i maggiori poeti del momento: Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Libero Bovio, Ernesto Murolo, Carlo De Flaviis, Adolfo Genise, Giuseppe Irace, Alessandro Cassese, Giuseppe Capolongo, Raffaele Segrè, Eamario, Antonio Barbieri e, ovviamente, Giuseppe Capolongo.
Inutile sottolineare il gran successo della Piedigrotta che, dopo il debutto a Napoli, va in tournée per tutta la Penisola.
Dal 1907 al 1911, direttore artistico dell’audizione di Piedigrotta La Canzonetta è il poeta Gennaro Rainone, dopodiché il ruolo passa a Carlo De Flaviis nel biennio 1912/1913; a Rocco Galdieri nel triennio 1914—1915—1916, a Libero Bovio dal 1917 al 1923, poi, dal 1924 è lo stesso Francesco Feola ad occupare il ruolo di responsabile artistico in collaborazione con Gaetano Lama (periodo interrotto, in alcuni anni, dal poeta Gigi Pisano). Intanto, nel 1916, Giuseppe Capolongo abbandona il ruolo di editore, lasciando Francesco Feola come unico responsabile dell’editoria La Canzonetta. Visto l’importanza che la Piedigrotta la Canzonetta va assumendo negli anni, Francesco Feola realizza in seno all’editoria una scuola di canto.
Diretta da Gaetano Lama (il poeta assume anche il ruolo di amministratore dell’azienda), la scuola battezza giovani cantanti che, in seguito, diventeranno i beniamini del popolo e degli organizzatori teatrali. Una seconda ed altrettanto importante funzione della scuola è lo studio musicale del dialetto napoletano da parte di popolari cantanti italiani (Zara Prima, Ada Algisi, Carlo Buti, Pina Prima, Ersilia Sampieri, Anna Fougez e altri) che, man mano, sono scritturati per l’imminente Piedigrotta. Con il ruolo di compilatore del Fascicolo Piedigrottesco si susseguono, tra il 1907 ed il 1917, i vari Raffaele Noi, Rocco Galdieri, lo stesso Francesco Feola ed altri, dopodiché, dal 1918, assume definitivamente questo ruolo (e fino al 1958, anno della penultima Audizione) l’avvocato-giornalista Mario Spera che, grazie alla sua posizione professionale, porta in seno a La Canzonetta prestigiose firme della letteratura italiana. Lo scopo di Francesco Feola è sempre stato quello di proporre, nel corso delle audizioni, le nuove tendenze musicali e, in particolare, quello di dare fiducia e credito a nuovi cantanti e nuovi poeti e musicisti. L’inclinazione di Francesco Feola, per quanto difficile e pericolosa, porta trionfi e successi all’editoria che, a differenza di altre case editoriale che scompaiono nel giro di pochi anni, sopravvive fino a tutto il 1959, superando indenne anche i due tragici avvenimenti bellici del ‘900. Nel 1945, Francesco Feola muore e gli succede nell’azienda il giovane Mario Fedele (nipote di Feola), affiancato dal poeta Michele Galdieri, che si occupa della Direzione Artistica. Il mandato di Fedele dura appena un anno. Durante la rivista “Quando cantava un cuore” (spettacolo prodotto da La Canzonetta) con Beniamino Maggio, Luciano Tajoli, Vera Nandi, Pupella Maggio, Mario Riva e altri, Mario Fedele perde la vita per delle complicazioni intestinali. L’amministrazione dell’editoria passa, nel 1946, ad Ettore Marotta, altro nipote di Francesco Feola, il quale intraprende la stessa linea artistica e professionale del suo predecessore. Già dall’inizio degli anni cinquanta, sia nella direzione amministrativa sia in quella artistica collabora con Marotta il giovane Franco Fedele (figlio di Mario) che, dal 1955, diventa ufficialmente amministratore dell’editoria. La Canzonetta, in questo periodo, affronta le nuove manifestazioni musicali che padroneggiano per tutti gli anni sessanta, quali il Festival della Canzone Napoletana, Canzonissima, il Gran Festival di Piedigrotta, il Gran Premio dell’Eurovisione (nel 1960 con Nicola Arigliano "Giuro"), il Giugno Canoro, il Cantagiro (nel 1965 con Annamaria Parise "Non è giusto"; nel 1969 con GIanni Nazzaro "Incontri d'estate), Un Disco per l’Estate (nel 1966 con Nino Fiore "Suonno 'e piscatore"; nel 1967 con NIno Fiore "Accarezzame nun me vasà"; nel 1968 con Gianni Nazzaro "Solo noi" e Nino Fiore "Lassame sta"; nel 1969 con Rudy Ventura & Caravaglios "Trombone e serenate"; nel 1970 con Ulisse e le Ombre "Se non avessi lei"; nel 1971 con Nino Fiore "Preghiera 'e marenaro; nel 1972 con Nino Fiore "Nemico d''o mare; nel 1973 con Angela Luce "La casa del diavolo"; nel 1974 con Tony Bruni "Chi è 'nnammurato 'e te"; nel 1975 con Tony Bruni "Carrettino siciliano"), il Festival di Sanremo (nel 1976 con Gloriana "La canzone dei poveri"; nel 1987 con i Walhalla "Cant down"; nel 1988 con i Walhalla "Yo te quiero";nel 1989 con Luciano Bruno "Piano-bar"; nel 1994 con Simona D'Alessio "È solo un giorno nero", ecc.), la Mostra Internazionale di Venezia (nel 1968 con Rudy Ventura "Se tu vuoi litigare"; nel 1969 con NIno Ferrer "Agata"), il Premio Tenco (nel 1993 con Peppe Barra "Mo vene"; nel 2011 con i 24 grana "La stessa barca", nel 2014 con Francesco Di Bella "Ballads Cafè") e altri concorsi canori, trovando ovunque buoni successi musicali.
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